A Chieri, prima di Natale, è stato realizzato un nuovo attraversamento pedonale rialzato, sulla rotatoria fra via Roma e via Cesare Battisti. Un intervento esemplare, che dimostra come, modificando il disegno della strada, è possibile riequilibrare le priorità fra i diversi utenti, restituendo spazio e dignità, oltre che sicurezza, a chi si muove a piedi o in bicicletta, come prevede l’attuale Piano del Traffico. Un attraversamento pedonale, rialzato a livello dei marciapiedi, cambia l’ordine delle cose: non sono i pedoni che attraversano uno spazio degli autoveicoli, ma sono gli autoveicoli che attraversano uno spazio che è dei pedoni. Non è un dettaglio secondario, ma un segno importante di come intendiamo la nostra città.

Ogni volta che a Chieri il Comune realizza un dispositivo per moderare la velocità nelle vie del centro abitato – rotatorie, restringimenti della carreggiata, attraversamenti pedonali rialzati, zone 30, semafori con il rosso automatico in base alla velocità, ecc. – c’è qualcuno che si lamenta. È normale: ogni cambiamento, anche se i vantaggi sono superiori agli svantaggi, scontenta qualcuno. Chi è scontento lo scrive sui social, mentre chi è contento (o non è scontento) non ne sente il bisogno. Perciò spesso si ha l’impressione che quello che si è fatto abbia generato solo scontento, anche se non è così.

Moderare la velocità sulle strade, soprattutto in città, è un’esigenza sempre più sentita. La velocità è una delle principali cause, dirette o indirette, di incidenti con morti e feriti gravi, specialmente in città, specialmente fra pedoni e ciclisti. Non solo, una strada con traffico veloce non invoglia a muoversi a piedi e in bicicletta, due modi per spostarsi che sono salutari, socievoli e convenienti.

La rete stradale delle nostre città è rimasta più o meno la stessa, ma il numero di autoveicoli in circolazione dagli anni ’70 a oggi è quadruplicato. Non solo, i veicoli sono anche molto più grossi e potenti e la loro presenza in città è diventata più imponente e invadente.

Non ci sono molti sistemi per evitare gli eccessi di velocità e proteggere tutti gli utenti. Si possono utilizzare gli occhi elettronici, noti genericamente come autovelox. Possono essere postazioni fisse o mobili, oppure montati sui veicoli della polizia. Per essere efficaci, i controlli devono essere numerosi e frequenti, facili da effettuare, non prevedibili. In Italia, le regole per questi strumenti sono diventate talmente restrittive da renderli poco efficaci. Chi guida deve essere avvisato prima di arrivare al punto di controllo. È molto difficile usarli in città. Non si possono usare se il limite è inferiore a 50 km/h. Spesso non si può piazzare un autovelox e via, ma è necessario contestare immediatamente l’infrazione, il che significa che serve molto personale. Inoltre è abbastanza facile fare ricorso contro le sanzioni. Insomma, gli autovelox in città sono un’arma spuntata.

Un altro sistema è intervenire sul disegno delle strade, appunto con l’inserimento di rotatorie agli incroci, restringendo la carreggiata, creando una chicane, rialzando la strada agli incroci o dove ci sono attraversamenti pedonali, creando una zona 30. Queste sono soluzioni permanenti, sempre efficaci, non c’è bisogno di un occhio elettronico o dell’occhio del vigile che controlla. Certo, gli automobilisti devono sopportare qualche disagio, ma nulla di drammatico in confronto ai vantaggi per la sicurezza e la qualità dell’ambiente urbano.

In futuro, forse, la guida autonoma e i sistemi di guida assistita permetteranno di rispettare i limiti anche senza controlli di polizia e senza interventi di altro tipo. Ma per ora la situazione è ben diversa.