Quali sono le regole per circolare nell’isola pedonale di Via Vittorio Emanuele II? Dopo trent’anni dalla sua istituzione, non è ancora del tutto chiaro. La segnaletica è minimale o assente e si dà per scontato che pedoni, ciclisti, monopattinisti, automobilisti conoscano a menadito norme che sono contenute in diversi articoli del Codice della Strada e in ordinanze difficili da trovare. Peraltro, i controlli lasciano a desiderare.


L’isola pedonale di via Vittorio Emanuele II a Chieri venne istituita gradualmente nei primi anni ’90 del secolo scorso, fra molte polemiche (strano vero?). Da allora si è allungata di circa 100 metri, da via Visca a piazza Cavour, per un totale di 450 metri. Abbiamo analizzato la segnaletica e le intersezioni con le varie vie traverse, per capire se è tutto chiaro e coerente. Iniziamo rispondendo ad alcune domande che molti si fanno.

I ciclisti possono pedalare lungo l’isola pedonale? C’è qualcuno che lo mette ancora in discussione. La giunta del sindaco Lancione, più di dieci anni fa, aveva perfino prodotto un volantino per promuovere la convivenza rispettosa fra pedoni e ciclisti.

Il Codice della Strada, all’art. 3 comma 1 punto 2 definisce l’area pedonale come zona interdetta alla circolazione dei veicoli, salvo quelli in servizio di emergenza, i velocipedi e i veicoli al servizio di persone con limitate o impedite capacità motorie, nonché eventuali deroghe per i veicoli ad emissioni zero aventi ingombro e velocità tali da poter essere assimilati ai velocipedi.

Dunque, le biciclette (che il C.d.S. chiama velocipedi) possono circolare nelle isole o aree pedonali. Però l’art. 182 comma 4 dice che i ciclisti devono condurre il veicolo a mano quando, per le condizioni della circolazione, siano di intralcio o di pericolo per i pedoni. In tal caso sono assimilati ai pedoni e devono usare la comune diligenza e la comune prudenza.

In quali situazioni un ciclista deve scendere dalla bici e condurla a mano? Quando l’affollamento di pedoni è tale che il ciclista non può più tenere un’andatura rettilinea, ma deve fare lo slalom fra i pedoni, frenare e mettere i piedi a terra, ovvero quando sono presenti bambini piccoli che si muovono in modo imprevedibile. In queste situazioni il ciclista è oggettivamente di intralcio e pericolo per i pedoni e deve portare la bicicletta a mano.

C’è un limite di velocità per le biciclette nelle isole pedonali? La normativa non lo dice. Un limite di 6 km/h è previsto per i monopattini elettrici. Dato che questi ultimi sono assimilati dal Codice alle biciclette, per analogia si può affermare che anche per le biciclette è sensato prevedere, da parte dei comuni, un limite di 6 km/h (cioè a passo d’uomo) nelle aree pedonali. È vero che le biciclette in genere non hanno il tachimetro, però il ciclista può facilmente capire se sta andando a passo d’uomo.
Purtroppo, ci sono biciclette e monopattini elettrici che, nell’isola pedonale sfrecciano a velocità troppo alta, generando inquietudine e un senso di insicurezza fra le persone a piedi, specie bambini e anziani. A volte sui monopattini ci sono due persone, cosa vietata. A volte le biciclette e i monopattini scampanellano, chiedendo strada ai pedoni, ma sono i pedoni che hanno la precedenza e questi veicoli dovrebbero adeguarsi all’andatura dei pedoni. Ci chiediamo: sono mai state date multe per questi comportamenti?

E i ciclomotori elettrici camuffati da biciclette? Si riconoscono perché hanno ruote di grande sezione e avanzano anche senza pedalare. Secondo la legge, questi veicoli non sono biciclette, devono avere targa e assicurazione, devono essere guidati con il casco e con la patente, non possono assolutamente circolare nelle isole pedonali. Ma anche in questo caso, nessuno controlla.

I veicoli a motore autorizzati a circolare nell’isola pedonale, che velocità devono tenere? Anche in questo caso, le regole non sono chiare. Se i monopattini elettrici e (sosteniamo noi) anche le biciclette devono rispettare il limite di 6 km/h, a maggior ragione anche le autovetture e gli altri veicoli, ben più grossi e pericolosi, devono andare a passo d’uomo.

Quale senso di marcia devono tenere i veicoli nell’isola pedonale? Nelle isole pedonali, biciclette e monopattini posso circolare in entrambi i sensi di marcia. Nell’isola pedonale di Via Vittorio Emanuele II, gli altri veicoli autorizzati (auto, furgoni, ecc.) la percorrono usualmente da nord a sud, cioè da piazza Cavour a S. Domenico. Però non c’è una segnaletica chiara al riguardo. All’intersezione con vicolo Corona Grossa e via S. Domenico c’è un segnale di senso vietato (che andrebbe rispettato anche dalle auto delle forze dell’ordine quando non hanno lampeggianti e sirena accesi). Però, chi arriva da via della Pace, via San Filippo, piazza Mazzini, non trova nessun segnale di senso di marcia obbligato e può imboccare via Vittorio in entrambe le direzioni.

Chi ha la precedenza alle intersezioni dell’isola pedonale? L’isola pedonale ha diverse Intersezioni con altre vie: Vicolo Tre Re, Vicolo Fantini, Via Balbo e Via Visca, Vicolo Tepice, Vicolo Cappel Verde, Vicolo Romano e Via XX Settembre, Piazza Umberto I e Via Carlo Alberto, Via S. Filippo, Via S. Carlo, Via della Pace. La segnaletica a queste intersezioni è mancante o non omogenea. Vediamo punto per punto.

I pochi veicoli che escono Vicolo Tre Re, Vicolo Fantini, Vicolo Tepice, Vicolo Cappel Verde, Vicolo Romano, Via XX Settembre, Via S. Filippo, Via S. Carlo, non trovano alcuna segnaletica che li avvisa che si stanno immettendo in un’isola pedonale.

All’intersezione con Via Visca e Via Balbo, l’area pedonale si interrompe o prosegue? Certo è che i veicoli che scendono da Via Visca non trovano alcuna segnaletica che li avvisa che si stanno immettendo in un’isola pedonale (Fig. 1). C’è solo un cartello “stop” in alto, non molto visibile. I veicoli non hanno visuale sui chi percorre Via Vittorio e sono in discesa e possono arrivare all’intersezione troppo veloci. Peraltro, chi arriva da Via Vittorio da sud non trova nessun segnale di “fine area pedonale” che gli suggerisca di fare attenzione (Fig. 2).

L’intersezione con Piazza Umberto I e Via Carlo Alberto è diversa dalle altre. Arrivando da nord, l’area pedonale si interrompe prima dei portici e poi riprende dall’Arco (Fig. 3) . Però il segnale di fine area pedonale è messo solo in quella direzione, non ci sono segnali per i pedoni e per le bici che arrivano da sud (Fig. 4) . Cosa vuol dire? Se quel punto non è area pedonale, chi sta transitando su Via Vittorio in direzione sud deve dare la precedenza alle auto che da Piazza Umberto attraversano Via Vittorio. Viceversa, chi sta andando in direzione nord ha la precedenza sulle auto che arrivano da Piazza Umberto: un’incongruenza. Per quanto riguarda i pedoni, non essendoci strisce pedonali tracciate, i pedoni che percorrono Via Vittorio non hanno la precedenza sulle auto che attraversano. In caso di incidente, le assicurazioni si attengono a queste regole.

I veicoli che si immettono in Via Vittorio da Via della Pace, in discesa e praticamente senza visuale, non trovano alcun segnale regolamentare che stabilisca le precedenze. Ci sono solo dei triangoli di pietra grigia incastonati nella pavimentazione, a simulare un obbligo di dare la precedenza, ma il Codice è chiaro: la segnaletica orizzontale deve essere bianca. Inoltre, l’imboccatura dell’isola pedonale da quel lato è segnalata con un cartello sbagliato (Fig. 5): il Regolamento di attuazione, articolo 122, comma 9, figura II.88 dice che il tondo blu con la sagoma del pedone in bianco, deve essere impiegato solo quando non risulta evidente la destinazione al transito pedonale, non per indicare l’inizio di un’isola pedonale; l’inizio di un’area pedonale deve essere segnalato con il cartello dell’articolo 135, comma 13, figura II.320 che indica l’inizio della zona interdetta alla circolazione dei veicoli e deve riportare eventuali limitazioni o eccezioni sul pannello integrativo (deroghe per i velocipedi, per i veicoli al servizio di persone invalide con limitate capacità motorie od altre deroghe). All’uscita dall’area pedonale deve essere posto il segnale fine area pedonale figura II.321.

Cosa è necessario fare, per avere una segnaletica chiara, coerente e omogenea, per la sicurezza di pedoni e ciclisti?

  1. Garantire la continuità dell’area pedonale, da Piazza Cavour a S. Domenico, senza interruzioni.
  2. Ad ogni intersezione, rendere ben evidente, con la segnaletica e con elementi di arredo, che si sta attraversando un’area pedonale, dove pedoni, biciclette, monopattini e veicoli autorizzati hanno la precedenza sui veicoli che attraversano.
  3. Segnalare ogni accesso all’area pedonale da altre vie con il cartello dell’articolo 135, comma 13, figura II.320 abbinato a un pannello integrativo che esplicita limitazioni ed eccezioni (deroghe per i velocipedi, per i veicoli al servizio di persone invalide con limitate capacità motorie od altre deroghe). Ad ogni uscita dall’area pedonale su altre vie deve essere posto il segnale fine area pedonale figura II.321.
  4. Indicare chiaramente: la velocità massima di 6 km/h (passo d’uomo) che tutti i veicoli devono tenere nell’area pedonale; quali veicoli possono transitare; l’obbligo di condurre il veicolo a mano nei casi previsti dall’art. 182 del C.d.S., per i ciclisti e i conducenti di monopattini e altri veicoli della micromobilità.
  5. Indicare chiaramente il senso di marcia che tutti i veicoli a motore devono tenere nell’area pedonale.
  6. Estendere l’area pedonale al tratto di Via Vittorio compreso fra Via della Pace e Via S. Domenico/Via Corona Grossa. Quel tratto è di fatto, anche se non formalmente, una continuazione dell’area pedonale esistente, non solo dal punto di vista dell’uso, ma anche da quello del contesto architettonico. L’estensione è peraltro prevista dal PGTU.
  7. Fare controlli mirati in particolare sui comportamenti pericolosi di alcuni ciclisti e monopattinisti, e sulle finte biciclette a pedalata assistita, che sono in realtà dei ciclomotori elettrici.